C A N D E L O R A

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LA MADONNA DI FEBBRAIO           (Dalla tesi della Dott.ssa Marta Anchieri)
     E poi arrivava la Madonna del due di febbraio; addobbavamo un pino, un bel pino e vi appendevamo tutte cose fatte in casa: asciugamani, fazzoletti, matasse di lana o di filo, canapa con cui far corde per fare le pantofole, calze, pantofole, una rucà di lana; ti spiego cos’è:  ai tempi in cui si filava la lana, prima la cardavano, poi l’arrotolavano su un bastoncino e quel bastoncino con su la lana si chiamava rucà; la mettevano sulla rocca e poi col fuso la filavano.
     Questo pino lo portavano nella chiesa all’offertorio per farlo benedire quando si andava all’altare a baciare (l’effigie della Madonna); poi lo portavano fuori. Si tagliava ramo per ramo, dove erano stati appesi asciugamani, vestiti o grembiuli e si mettevano all’incanto.
     Quella festa era stata abbandonata quando è mancato il prete. Quando poi l’hanno reintrodotta, ho messo sul pino un asciugamano di tela, un pezzo di tela sufficiente per un asciugamano; diventavano tutti pazzi perché ormai era rara. E i soldi sono a beneficio della chiesa.

   

                          momenti

della

Processione

 

MADONA ’D FAURÈR   (Testimonianza in dialetto di Anchieri Antonietta)
     Pö u gniva la Madona ’d faurèr; a favan si la pescia, in bel pino e lì a tacavan si tita roba facia ’n ca na bota: scigamai, panit du nas, asc ad lana, in’àscia ’d fil, canu, ch’a favan pö cord da fa si i pzöi, cauz, pzöi, na rucà ’d lana, perché quand ch’i filavan la lana, i la scarpivan fo, pö i la rotulavan e cul bastunet lì l’era na rucà, ch’i la metevan si la roca e pus cun ul fis i la filavan…
    Sta pescia i la purtavan dvent par la geša a l’uferta, quand i navan a bašà, a fala banadì. Pus i la turnavan purtà fo. I tiravan via calam par calam ainò ch’i gh eran si o scigamai o patel o scusai, e la incantavan.
     Pö l’era nacia persa quela festa lì perché u gh era pi ’l preu e quand i l’han  turna facia mi a į ho mes si in scigaman ad tela, in toc ad tela da fa ’n scigaman, i navan balürd! parché l’era rara.  E i sod in par la geša.
(Voce narrante in dialetto - Sottofondo musicale "Ave Maris Stella")

   

la "pescia" in Chiesa

La Schola Cantorum