ASSOCIAZIONE CULTURALE GIOVAN PIETRO VANNI  
Fraz. BORDO - 28841 VIGANELLA
 
   
   
   

SU SU PASTORI

     Così scriveva il grande poeta greco Omero nell’ottavo canto dell’Odissea: “Per tutti gli uomini in terra i Cantori sono degni d’onore e rispetto, perché ad essi la Musa insegna le trame e ne ama la stirpe.” 
Avrei voluto usare questi versi per introdurre il lavoro di ricerca dedicato ai Cantori di Viganella, ma ho finito per utilizzare le parole del salmo 99, ritenute più rispettose del canto liturgico della piccola comunità ossolana...
     Quelle che ho voluto raccogliere sono semplici notizie inedite di vita religiosa, importanti testimonianze che ci aiutano a capire i segreti di una terra e della sua gente. Particolari in grado di farci  conoscere lo stile di vita di una comunità, la sua religiosità, la fede incrollabile in un Dio giusto e la volontà di guardare con speranza verso il futuro.  Piccoli semi nascosti nella terra fertile della storia del “Terziere di Mezzo” ma ancora in grado di produrre ottimi frutti. Frammenti di un passato miracolosamente sopravvissuti alla secolarizzazione e al decadimento dell’antica liturgia in lingua latina imposto dalla modernità e da interpretazioni parziali e incomplete delle indicazioni del Concilio. Granelli di cultura che ci permettono di rileggere la storia del nostro paese e della nostra gente. Una storia che ha radici profonde, ben inserite nel tessuto culturale della comunità, in grado di tenere viva la memoria del passato e farci assaporare le melodie di una fede antica, dura come le pietre con cui Viganella è costruita...
Dovendo parlare con rimpianto dei Cantori non più tra noi e delle bellissime testimonianze lasciate, ho trovato conforto nelle parole con cui l’Abbadessa Anna Maria Cànopi nel testo “Una vita per amare” ha affrontato il problema.   Ella ha paragonato la dipartita di una Sorella che tanto amava il canto come fossero “I primi germogli trapiantati in cielo”.  Prendo in prestito le sue parole per ringraziare Armando, Dante, Geremia e i molti altri che nel corso dei secoli hanno saputo tramandarci le belle melodie che ancora cantiamo. “La loro passione per il canto di derivazione gregoriana è la più preziosa eredità che ci hanno lasciato; ogni giorno, fino all’ultimo vespro, hanno desiderato che, terminata la celebrazione, continuassimo a cantare attorno all’altare, l’inno e le antifone!” Bellissimi germogli non solo trapiantati in cielo ma indissolubilmente legati alla storia di Viganella dal cui territorio, ne sono convinto, il canto liturgico non svanirà più.
Su su pastori” è il titolo che ho voluto dare al libro. Mi sembra giusto mettere in risalto uno dei canti più belli e caratteristici della comunità, una melodia probabilmente nata sul territorio di Mezza Valle. Il sottotitolo “Cantori e canto liturgico di Viganella” richiama invece la tradizione del canto sacro di derivazione gregoriana tipico del piccolo borgo alpino.  Vuole inoltre essere un omaggio al gruppo di Cantori, ultimo in ordine di tempo, che ha saputo farlo arrivare fino ai giorni nostri...

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