ASSOCIAZIONE CULTURALE GIOVAN PIETRO VANNI  
Fraz. BORDO - 28841 VIGANELLA
 
   
   
     

BRUNO PAVESI

     Bruno Pavesi nasce ad Antrona Schieranco il 14 marzo 1936. Oggi risiede a Villadossola nella frazione Casa del Conti.
     Come molti ragazzi di quel periodo frequentò solamente le scuole elementari, nel suo caso quelle della Valle Antrona dove ne conseguì regolare licenza
     A 14 anni iniziò la carriera lavorativa, prima ala ditta Fratelli Pioscio e successivamente presso la fabbrica siderurgica SISMA di Villadossola. Nel 1961 contrae matrimonio con Ida Falda ed ancor oggi condivide con lei le sorti dell'esistenza.
     Nel 1964 nasce Daniele, il suo unico figlio, dl quale in seguito al matrimonio con Alessandra, avrà la gioia di abbracciare tre nipotini, Matteo, Elisa e Silvia.
     Grande appassionato di montagna, trascorreraà buona parte del suo tempo libero a camminare lungo i sentieri alpini, con particolare predilezione pre quelli dell'Ossola Superiore. Come grande esperto ed appassionato di mineralogia, è riuscito a collezionare numerosi reperti, alcuni di grande valore, quasi tutti ritrovati grazie alle continue ricerche non ancora terminate.
     Alla fine degli anni settanta con il Dottor Benigno Negri dedicò molte energie nella ricerca e nello studio di antiche strade. Le arterie rinvenute sono state rinvenute in Ossola ed in Valle d'Aosta, alcune delle quali costruite in epoca romana.
     Ma la sua più grande passione è sicuramente la ricerca di antiche incisioni litiche, testimonianza della presenxa umana in epoche antichissime sul territorio dell'Ossola Superiore.
     Questa passione lo porterà a diventare uno dei pià grandi esperti ossolani del settore e gli consentirà di lavorare dapprima con l'università "La Sapienza" di Roma collaborando attivamente con la Dottoressa Piana Agostinetti nelle indagini sul sito megalitico di Montecrestese. Succesivamente con l'università di Ferrara coadiuvando le ricerche del Dottor Ghiretti sul sito mesolitico della piana di Cianciavero all'alpe Veglia.
     Possiamo tranquilklamente definirlo un autentico "cacciatore d'incisioni" per l'elevato numero, oltre cinquanta, di ritrovamenti rinvenuti, alcuni dei quali di grandissima importanza storica e scientifica.